PRESENTAZIONE SIMBOLO

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In Italia da troppo tempo i partiti non sono più l’espressione del popolo. I partiti sono di proprietà di chi li finanzia e li usa. La politica delle parole e delle idee espresse da uomo a uomo è stata annientata.

Attori televisivi, pochi seri, molti comici, gestiscono la politica in questi anni. Sono attori che interpretano un copione con arte e mestiere. Non amano il confronto, non servono il prossimo. Recitano. A Treviglio, dove i politici locali non hanno la TV, hanno il “simbolo” del partito.

• Non convocano assemblee, per non confrontarsi.

• Non aprono i tesseramenti, per non contarsi.

• Non fanno le elezioni interne, per non perdere.

• Si autonominano e cooptano i candidati per le competizioni elettorali.

• Scelgono amici e parenti per rappresentarsi nelle commissioni o negli enti pubblici.

• Eliminano i dissidenti.

Le sedi dei partiti, se ci sono, non vengono aperte. Non c’è discussione. Non c’è rappresentanza. Non c’è democrazia. Non esiste il partito delle persone. C’è il simbolo del partito. Chi lo detiene pensa, parla e agisce in nome dei voti che il simbolo ha raccolto in campo nazionale con le TV. Questo è il peccato. Il male che produce è:

I. Scarsa partecipazione alla vita politica, perché si segue la politica in TV.

II. Astensione dal voto. Il più grande partito italiano è quello dell’astensione dal voto che ha contagiato il 35% degli elettori.

III. Allontanamento dei giovani, perché si fa’ credere che la politica è sporca.

IV. Mancanza di sintesi, con il risultato di fare “vaccate” incredibili.

 

La sintesi è l’essenza della politica. Il vero LEADER di un partito deve ascoltare i cittadini elettori e fare sintesi delle critiche e dei progetti di tutti. I rappresentanti eletti dal Popolo poi si confrontano tra loro, e se c’è convergenza di idee costruiscono un programma e governano. Se hanno divergenza di ideali si confrontano, perché credono nel loro PROGETTO, ma accettano di cambiare in meglio. Il confronto, nella politica sincera, si fonda sulla parola nel dialogo e sul silenzio nell’ascolto.

Vogliamo fare politica? Non perdiamo tempo a discutere se sono più gentildonne le “escort baresi” che vivono in Costa Smeralda o sono più galantuomini i loro amici di Roma. Facciamo tacere il “gossip”, cioè il vuoto infangamento reciproco, che ormai riempie giornali e televisioni. Spegniamolo!

Parliamo dei problemi della nostra terra, delle imprese, del lavoro, della sicurezza, dei disoccupati, del futuro. Questa è la VITA, non il chiacchiericcio!

Vediamo se possiamo andare d’accordo sull’interpretazione di alcuni punti (Piano di Governo del Territorio, Agricoltura, Viabilità, Parco (PLIS), Immigrati, Servizi del Comune, UPIM, Farmacie, Cromo esavalente, Industrie, Artigianato, Commercio, Occupazione, Anziani, Giovani, Donne, Cave, Amianto, Scuola, Famiglia, Quoziente Familiare, Natalità, Equilibrio intergenerazionale, …).

Comunichiamoci le nostre affinità. Confrontiamoci con gli altri, soprattutto con quanti la pensano diversamente da noi. Del buono c’è anche nei loro ideali. Se cerchiamo insieme, troviamo certamente soluzioni migliori.

E ai “padroni del simbolo” ricordiamo la patacca delle elezioni Trevigliesi del 2006:

• Elezioni politiche del 9-10 Aprile centrodestra = 56%

• Elezioni amministrative del 28-29 Maggio centrodestra = 26%

• Referendum del 26 Giugno centrodestra = 54%

Quando non c’è la coerenza e si candida Sindaco per il Centrodestra chi era stato eletto Sindaco dalla Sinistra, confidando nei voti che porta il SIMBOLO, si perdono le elezioni e il rispetto del Cittadino.

I cooptati, cioè le persone scelte dai vertici dei partiti, servono solo a mantenere la casta.

I “giovani”, non scappano da dove si parla e si vive. Se sono “veri giovani” e vogliono essere la classe dirigente per il futuro, presto manderanno a casa NOI, ormai “nonni” della politica.

Costruiamo le premesse perché avvenga il migliore ricambio generazionale.

Cominciamo noi a lavorare per il bene di tutti. Gli altri verranno e percorreremo la stessa strada.

Affrontiamo la democrazia e il voto senza paura di essere minoranze. Comunichiamo i nostri ideali. Ascoltiamo i cittadini. Affrontiamo i Signori del POTERE. Facciamo il confronto e il dibattito con i detentori del SIMBOLO.

Viviamo la politica per CAMBIARE Treviglio.

Treviglio 9 Giugno 2010

Enzo Riganti